Un nemico terribile, a volte mortale, che minaccia i nostri cani, si può aggirare per i nostri giardini, e, in particolare, nelle pinete. Si tratta della Traumatocampa Pituocampa, lepidottero della famiglia delle Thaumetopoeidae comunemente detto "PROCESSIONARIA".
Il nome processionaria deriva dal fatto che le larve si muovono in lunghe file come in processione. Le larve misurano ca. 3-4 centimetri, sono densamente pelose, di colore bruno con macchie rossastre e una fascia ventrale giallastra. Le larve si spostano in genere, tra metà marzo e meta maggio e nei mesi di settembre e ottobre, l'una attaccata all'altra, lungo i tronchi sino al suolo dove si interrano per trasformarsi prima in crisalidi poi in farfalle adulte.
La farfalla depone le uova alla fine dell'estate, le quali daranno vita a nuove larve, formando nidi serici e sferoidali di colore biancastro, posti all'estremità dei rami più soleggiati. Ma è allo stato larvale che questi lepidotteri rappresentano un grave pericolo per i nostri cani.
Il cane, spinto dalla naturale curiosità, è portato a prendere in bocca queste larve, procurandosi danni irreparabili a livello di lingua e apparati boccale, laringo-esofageo e gastro-intestinale. Alla lingua e alla bocca provoca la necrosi dei tessuti venuti a contatto con i peli urticanti del lepidottero, con la conseguente caduta della parte di organo colpito; in questo caso il danno può essere limitato ma a volte è così esteso da comportare la soppressione dell'animale.
In caso di ingestione di alcuni peli, che raramente si verifica anche a causa dell'enorme salivazione che il fatto comporta, la conseguenza è generalmente e fatalmente la morte dell'animale.
La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l'erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell'insetto.
I sintomi che un cane presenta in questa spiacevole evenienza sono spesso gravi.
Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco.
In questi casi il padrone intuisce la gravità di quanto è successo, perché vede che il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l'animale.
I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.
Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.
La prima cura da apportare ad uno sfortunato cane colpito da processionaria consiste nell'allontanare la sostanza irritante dal cavo orale: per questo fine bisogna effettuare un abbondante lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato, ma anche solo acqua se non vi siete portati la soluzione preparata a casa.
Questa manovra non è sempre agevole, sia dal momento che il cane sta soffrendo e sia perché può essere per sua natura aggressivo; è dunque consigliabile fare uso di una siringa senz’ago con la quale poter spruzzare ripetute volte la soluzione di lavaggio in bocca.
Dopo questo primo intervento bisognerà fare d’urgenza altre cure appropriate a seconda della gravità del caso, che soltanto il veterinario potrà eseguire.
Rielaborato da “Il Cane da Pastore tedesco” a cura del dr. Marco Smaldone
La processionaria compie una generazione l’anno (cioè un unico ciclo) dove ciò è favorito da condizioni climatiche ottimali (inverni miti), ma in certi casi può diventare di 2-4 anni, dove l’elevata altitudine e i climi più freddi non ne favoriscono lo sviluppo.
Il ciclo biologico della processionaria è un po’ complicato, ma cercherò di schematizzarlo affinché possa essere utile e indicativo:
INVERNO: la processionaria supera l’inverno come larva di terza e quarta età nel caratteristico nido invernale, piriforme, molto compatto, costruito nelle zone più soleggiate della pianta per esplicare l’indispensabile funzione di accumulatore di calore. Tale struttura è in grado di assorbire calore durante il giorno e inoltre di trattenere quello prodotto dalle larve, permettendo al suo interno il perdurare di temperature anche sensibilmente superiori a quelle esterne. Durante la stagione invernale le larve escono dal nido per nutrirsi raramente e soltanto nelle giornate più calde e soleggiate.
PRIMAVERA: nel mese di marzo si ha una completa ripresa dell’attività delle larve, che verso sera escono dal nido e si dirigono in fila indiana alla ricerca di cibo. Trovata una parte di chioma provvista di foglie, si disperdono per tornare poi al nido nuovamente in fila, seguendo un filo di seta emesso nell’andata dalla larva capofila. Verso maggio-giugno le larve che hanno ormai raggiunto l’ultima età, vale a dire il quinto stadio larvale, cessano di nutrirsi e si riuniscono alla base del tronco per cercare un luogo adatto per incrisalidarsi. Il tragitto anche in questo caso è compiuto in fila indiana dando origine alle tipiche “processioni”. Raggiunto il luogo adeguato, le larve si raggruppano e si interrano, raggiungendo profondità maggiori quanto più la temperatura esterna è calda. Successivamente tessono un bozzolo nel quale si trasformano in crisalide. In questo stato la processionaria subisce una interruzione di sviluppo che generalmente dura da uno a tre mesi (in alcuni casi, può prolungarsi da uno fino a tre anni o più).
ESTATE: nei mesi di luglio-agosto avviene lo sfarfallamento cioè la fuoriuscita degli adulti dal terreno (lo farfallamento diventa più tardivo se l’estate è particolarmente calda). Le farfalle hanno abitudini crepuscolari e notturne e non dispongono di organi atti ad alimentarsi, la loro vita pertanto è molto breve e varia da 1 a 2 giorni. Il maschio è miglior volatore della femmina, la quale comunque può raggiungere piante distanti più chilometri dal punto di farfallamento. Dopo l’accoppiamento la femmina si dirige verso una pianta per deporre le uova sugli aghi di pino. La schiusura si ha tra la fine di agosto e l’inizio di settembre dopo 30-40 giorni dalla deposizione. Le larve hanno abitudini notturne e gregarie. Appena sgusciate iniziano a nutrirsi degli aghi e a formare intorno ad essi una sottile ragnatela di fili sericei il nido estivo che risulta essere meno compatto e quindi più lasso di quelli invernali ed è facilmente visibile all’estremità dei rami. In questa fase l’insetto è poco individuabile e viene rivelato soprattutto dagli escrementi che rimangono sul nido. Man mano che gli aghi vengono erosi le larve in fila si spostano su altri rami e, divenute più grandi, divorano l’intera foglia.
AUTUNNO: verso ottobre le larve costruiscono i prenidi che si evolveranno successivamente nei compatti nidi invernali.
Da fine autunno all'inizio della primavera non avvicinarsi alle larve o ai nidi ed evitare di sostare sotto le piante infestate, dove possono esserci peli sul terreno o nell’aria. All'inizio della primavera si possono osservare con particolare frequenza le processioni di larve lungo i tronchi o sul terreno; anche in questo caso evitare di avvicinarsi.
Sono da evitare gli interventi “fai da te” soprattutto se effettuati senza le adeguate protezioni!!
I proprietari o i conduttori dei terreni in cui si trovano piante infestate o chiunque avvisti focolai di infezione è obbligato a comunicarlo immediatamente al comune di appartenenza!
Il D.M 30.10.2007, pubblicato in G.U. il 16/02/2008, n° 40, dispone all'articolo 1 che la lotta contro la processionaria del pino è obbligatoria nelle aree in cui i Servizi Fitosanitari Regionali competenti stabiliscono che la presenza dell'insetto minacci seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo.
Inoltre lo stesso D.M. all'articolo 4, specifica che nei casi di rischi per la salute di persone e animali gli interventi di profilassi siano disposti dall'autorità sanitaria competente (ovvero dal Sindaco del Comune in cui ricadono gli alberi infestati) secondo le modalità stabilite dal Servizio Fitosanitario Regionale.
Dunque nelle aree frequentate da persone, turisti o comunque aperte al pubblico la competenza è del Sindaco, che deve stabilire, con un ordinanza o con altre forme decisionali, gli interventi di profilassi che dovranno essere eseguiti secondo le modalità di seguito specificate:
Per eseguire le operazioni sopra descritte è necessario munirsi di tuta, mascherina ed occhiali protettivi.