Con l'arrivo della bella stagione si ha un considerevole aumento dei pericoli per la salute dei nostri amici a quattro zampe, rappresentati oltre che da parassiti e malattie da questi trasmesse, da un vero e proprio flagello vegetale: le ariste di graminacee selvatiche (Avena sativa e Hordeum murinum tra le più comuni), volgarmente note come "forasacchi".
Chi possiede un cane li conosce sicuramente molto bene: si tratta di componenti della spiga di specie vegetali diffuse ovunque, anche negli spazi verdi cittadini.
La loro conformazione è stata diabolicamente concepita da madre natura al fine di potersi attaccare saldamente al pelo di animali da sfruttare come inconsapevole veicolo per i semi della pianta da cui provengono.
Ve ne sono di diverse dimensioni (da 1 a 3 cm.), la cui forma ricorda quella di un arpione o di una lancia, con una robusta punta acuminata e con delle "ali" provviste di piccoli uncini disposti in maniera tale da consentire il movimento solo in una direzione, assicurandone sempre e comunque l'avanzamento.
I forasacchi rappresentano un pericolo soprattutto per i cani, in quanto i gatti hanno un'abilità e una costanza nella auto-tolettatura del pelo, tali da riuscire quasi sempre a toglierli prima che causino danni.
I cani più esposti al pericolo sono, ovviamente, quelli che vivono in campagna e quelli con pelo più fitto e più lungo.
Le parti pericolose sono le infiorescenze denominate “spighette”, distintive della famiglia, e riunite a loro volta in infiorescenze denominate:
Le piante appartenenti a questa famiglia sono molto diffuse nella regione mediterranea allo stato spontaneo e, pur localizzandosi soprattutto in ambienti aperti, occupano praticamente tutti i tipi di habitat, dai boschi ai luoghi umidi, dalle dune sabbiose agli ambienti rurali alle città. Si spingono a tutte le latitudini, con notevole escursione altimetrica, inoltre si adattano anche ai climi aridi.
Data la loro notevole diffusione ed adattabilità ambientale, è possibile ritrovarle in quasi tutti i giardini, nei parchi all'interno di grosse città e nei fossati o camminamenti ai lati di strade rurali e cittadine.
Queste piante sono presenti sul territorio durante tutto l'anno, mentre le loro infiorescenze sono presenti solamente nel periodo estivo (Giugno-Settembre).
Importante oltre a recarsi dal veterinario al minimo sospetto di penetrazione di forasacchi è cercare di ridurre le probabilità che ciò avvenga; a tale scopo è importante evitare di condurre i cani in campi con erba alta oppure tagliata, ma non raccolta e lasciata seccare in loco , provvedere ad adeguata ispezione e spazzolatura del pelo, soprattutto tra le dita e intorno alle orecchie ogni volta che si torna da una scampagnata.
fonti:
antovet66 (veterinario) – articolo tratto da http://www.wikio.it/
Ambulatorio veterinario Villa Mafalda
Per orecchie e zampe si possono adottare opportune protezioni.
I forasacchi possono infilarsi praticamente ovunque, ovvero, dopo essersi attaccati al pelo, hanno la capacità, spinti dal movimento dell'animale, di avanzare e di conficcarsi nella pelle, dove danno luogo a profondi tragitti fistolosi, arrivando a perforare addirittura le strutture scheletriche.
Purtroppo non sempre si riesce a rendersi conto in tempo del problema e in molti casi occorre ricorrere ad esami complementari, come l'esame ecografico (effettuato da un veterinario esperto) per risalire al percorso effettuato dal corpo estraneo, individuando precisamente dove sia finito, e poterlo quindi estrarre.
Quando riescono a penetrare la cute (la zona preferita è tra le dita, ma possono rinvenirsi in qualsiasi altra parte del corpo, dalla loggia ascellare al prepuzio) generalmente producono un'infezione purulenta (ascesso), sotto forma di una tumefazione calda e dolente che ad un certo punto si ulcera lasciando fuoriuscire pus.
In tali situazioni, se il veterinario non riesce ad intervenire precocemente o è fortunato estraendoli alla cieca tramite apposite pinze, è spesso necessario ricorrere a veri e propri interventi chirurgici in anestesia generale, che tra l'altro non sempre sono coronati da successo.
Altre destinazioni predilette dai forasacchi sono le orecchie, il naso, la gola.
In caso di penetrazione nelle orecchie, il cane manifesterà evidente fastidio camminando con la testa abbassata e ruotata e, soprattutto, scuotendola e grattandosi nel tentativo (sempre vano) di togliere il corpo estraneo.
In tal caso è importante rivolgersi al più presto ad un veterinario in quanto le probabilità che il forasacco avanzando perfori il timpano crescono col passare del tempo.
In caso di penetrazione nel naso i sintomi sono rappresentati da violente crisi di starnuti (da 10 a 15 di seguito) sino alla fuoriuscita, spesso, di sangue (rinorragia).
In questi casi, contrariamente a quanto si crede, i forasacchi presenti nel naso, quando non eliminati grazie agli starnuti, se dovessero avanzare, hanno la sola possibilità di essere ingoiati e non di finire in trachea.
Comunque vanno tolti al più presto e spesso ricorrendo, con il cane in anestesia generale, ad una delicata endoscopia (che in tal caso prende il nome di rinoscopia).
L'endoscopia delle vie aeree profonde (broncoscopia) è invece indispensabile in caso di penetrazione del forasacco in gola e quindi in trachea e conseguentemente nell'albero bronchiale. In tal caso il cane manifesterà improvvise crisi di tosse, a volte espettorando sangue.
Tale destinazione è tipica nei cani da caccia come Pointer, Bracchi e Setter, abituati a correre nei prati "a bocca aperta".
In questi casi, se non si interviene per tempo la situazione evolverà sino a causare una broncopolmonite spesso letale, perché difficilmente rispondente alla terapia antibiotica.
Altra sede da tenere in considerazione, sebbene più rara, ma interessante anche il gatto, è l'occhio, con conseguenze più o meno gravi e facilmente immaginabili che possono andare dalla semplice congiuntivite sino alla perforazione corneale, con penetrazione in camera anteriore e perdita della vista, se non si interviene subito.