Grazie al nome di un capostipite o a quello di un allevamento/allevatore: sono queste le due possibilità per denotare una linea di sangue. Per raggiungere questo obiettivo, la stabilità e la trasmissibilità dei caratteri o del modello/stile sono aspetti imprescindibili.
Per capire cosa sia davvero una linea di sangue, per i non zootecnici, forse è il caso di fare un percorso a ritroso. In primis come si denomina una linea di sangue? Le possibilità sono due: o con il nome di un capostipite o con il nome di un allevamento/allevatore. Queste due tassonomie indicano anche due diverse genesi di una linea che hanno due tipi diversi di “lavoro” in un pedigree. Nel primo caso il nome dello stallone (mai di una fattrice, spiegheremo in seguito perché) denomina la linea. Il capostipite indica esattamente nel pedigree ed esattamente nel tempo laddove vi è stato un punto di svolta, un salto di qualità per determinato gruppo di caratteristiche/stile o modello. Nel secondo non si indica un punto temporale esatto che ha determinato una svolta in popolazione di razza, ma un gruppo familiare omogeneo per pedigree, modello e stile all’interno del tipo. La base perché una linea di sangue sia tale e definibile tale, è che esistano dei soggetti ben riconoscibili all’interno della razza, ovvero che abbiano caratteristiche/qualità simili, ma soprattutto stabili e trasmissibili che li distingua dalla popolazione media di razza. La stabilità e la trasmissibilità dei caratteri o del modello/stile sono la conditio sine qua non senza i quali non è possibile ottenere una linea di sangue. Per intenderci, ci sono soggetti che possono segnare una svolta di stile o di modello nel tipo ma che non trasmettendo queste qualità possono diventare delle icone o esempi o punti di riferimento, ma non fondano e non possono essere capostipiti di linea di sangue. La linea di sangue riferibile allo stallone X è sostanzialmente la sua discendenza che in purezza tenderà ad avere in maniera più o meno spiccata le caratteristiche peculiari trasmesse dal capostipite. Quando si mixano due cani di due linee diverse si ha un pedigree “di taglio”, ovvero un pedigree in cui siano potenzialmente presenti o espresse le caratteristiche riconducibili alle due linee madri, molto spesso avendo effetti assai migliorativi, ma si potrebbe avere anche un effetto molto peggiorativo, il risultato dipende anche dalla compatibilità più o meno alta fra le due linee usate. I cani di taglio spesso sono ottime basi di partenza per creare nuove linee di sangue o più spesso ottime vie per avere velocemente cani da show. Se si innestano una terza o più linee l’effetto non sarà cumulativo, di qualità per intenderci, ma se fatto senza criterio, sarà un aumentare il caos in linea (da qui il luogo comune che gli out cross disperdano le qualità di una linea di sangue o che dia scarsa omogeneità in cucciolata) invece se organizzate con un serio planning è il fondamento per creare una linea di sangue nuova, riconducibile ad un gruppo famigliare che poi prenderà il nome dell’allevamento o dell’artefice. Questo è il vero successo per un grande allevatore. Le linee riconducibili ad uno stallone capostipite hanno un effetto “detonante” sul breve periodo perché uno stallone può influire moltissimo su una popolazione di animali di razza ma, su lungo periodo, le qualità di queste linee tendono a perdersi ed attenuarsi nel tempo man mano che è possibile reperire solo cani di taglio, e man mano che lo stallone capostipite si allontana nelle generazioni. Al contrario le linee di sangue che hanno fondamento in un gruppo familiare, non solo sono più utili e stabili per chi voglia allevare, ma conservano e trasmettono le proprie caratteristiche sine die. Perché una linea di sangue da gruppo familiare smetta di avere un effetto su una popolazione sarebbe necessario cambiare completamente i parametri di selezione all’interno di una stessa popolazione. Per intenderci: se in una razza lupoide/mesomorfa si desse il la ad un trend di cani a zampa corta e massicci al limite del brachimorfo, i parametri di selezione sarebbero così stravolti che tutte le linee a gamba lunga e asciutte/atletiche tenderebbero ad esaurirsi, o verrebbero comunque snaturate. Laddove le qualità di una linea non siano più richieste o considerate di pregio, quella linea cesserebbe di avere continuità e una funzione in razza. Quindi, per capirci, mentre le linee da capostipite trovano un esaurimento naturale nella propria influenza in razza man mano che il tempo passa e il rapporto con il capostipite si allenta, una linea da gruppo familiare cessa la propria influenza in popolazione solo nel momento in cui non trovi più funzione o riscontro nella selezione di una razza. Non sono differenze da poco, soprattutto se state programmando un planning di accoppiamenti, perché usare un riproduttore di una linea X se da stallone o da gruppo familiare cambia sensibilmente la gestione dello stesso.
Dr.ssa Elettra Grassi - Zoonomo
Esistono ancora gli allevatori di una volta?
Interessante a questo proposito quello che ha dichiarato l'allevatore di Boxer Stefano Bartolini in un'intervista:
"Oggi è presente una nuova generazione di allevatori improvvisati, che non conosce le linee di sangue e perciò si limita ad accoppiare con lo stallone titolato del momento, facendo anche qualche buon soggetto, ma sopratutto cucciolate, che si vendono bene. Il modo più veloce per diventare allevatore oggi è detenere qualche femmina e farla coprire dal campione dell'anno, ovvero lo stallone che tutti conoscono".
Meditiamo su queste parole.