Desidero parlarvi di questo argomento già trattato sul nostro forum sia perchè mi riguarda direttamente,sia perchè è in rapida espansione sia tra noi umani
che tra i nostri amici a quattro zampe.
Proprio a causa della mia esperienza personale mi sono fatta in merito una conoscenza approfondita.
Quando si parla di intolleranze bisogna fare molta attenzione a non confonderle con le allergie alimentari.
Le allergie alimentari sono sensibilità causate da una reazione del sistema immunitario a specifiche proteine di un determinato prodotto alimentare.
Negli individui allergici, un alimento proteico è erroneamente identificato dal sistema immunitario come nocivo. La prima volta che l’individuo è esposto ad una tale proteina, il sistema
immunitario risponde con la creazione di anticorpi chiamati immunoglobuline E (IgE). Quando l’individuo è esposto di nuovo alle proteine dello stesso cibo,vengono liberati gli anticorpi IgE e
sostanze chimiche come l’istamina . L’istamina è una potente sostanza chimica che può provocare una reazione nel sistema respiratorio, gastrointestinale, alla pelle o al sistema cardiovascolare.
Anche se un alimento può provocare una risposta immunitaria negli individui allergici, si deve dire che sono pochi gli alimenti responsabili delle allergie alimentari,latte, uova e pesce figurano
in pole position.
Le intolleranze alimentari sono allergie alimentari ritardate e nascono quando si verifica un “ALLARGAMENTO” DELLE GRIGLIE DI DIFESA DELL’INTESTINO
Quando l’alimento intollerante giunge in contatto con la parete intestinale, si sviluppano una serie di reazioni che portano al rilascio locale di mediatori infiammatori, sostanze istaminosimili
e cellule immunitarie dotate di memoria immunologica, giungendo alla fine alla diffusione in circolo di citochine (sostanze proinfiammatorie), portando allo sviluppo di una immunoflogosi
(infiammazione di origine immunitaria) a distanza.
Si tratta quindi di un processo dovuto all’intervento di un complesso di citochine e cellule infiammatorie che porta alla comparsa di un fenomeno flogistico (infiammatorio) a partenza
immunitaria. In questo processo non sembrano essere coinvolte IgE, ma altri tipi di anticorpi.
Da quanto detto si può affermare che la presenza di un’ipersensibilità alimentare provoca una diminuzione della soglia infiammatoria dell’organismo che diventa perciò più reattivo ad ogni altro
stimolo.
Ogni organismo però presenta in sé una capacità di adattamento e affinché vi sia la comparsa di un sintomo c’è bisogno che il nostro “stato infiammatorio” superi un livello soglia (limite al di
sotto del quale generalmente non si avvertono dei sintomi restando ancora latenti).
Una volta superata la soglia basta una piccola quantità di allergene per slatentizzare un sintomo o una vera e propria patologia, quindi . . .
LE INTOLLERANZE ALIMENTARI NASCONO QUANDO SI VERIFICA UN “ALLARGAMENTO” DELLE GRIGLIE DI DIFESA DELL’INTESTINO
Normalmente l’intestino agisce come un setaccio, lasciando passare solo le molecole utili; dopo alcune malattie, interventi chirurgici, trattamenti antibiotici e/o cortisonici il “filtro”
intestinale presenta dei punti di passaggio e attraverso essi possono insinuarsi microparticelle costituenti gli alimenti che sensibilizzano l’organismo provocando la comparsa di una intolleranza
alimentare.
Si inizia quindi a capire come il nostro intestino sia fondamentale non solo per consentire l’assorbimento delle sostanze nutritive ma anche per prevenire molte patologie. E’ quando l’intestino
non assolve più alla sua funzione di “filtro” che possono passare macromolecole di tipo “non self” che l’organismo riconosce come estranee innescando l’avvio di reazioni immunitarie atte a
bloccare le sostanze stesse.
Si sviluppano così anticorpi che bloccano l’alimento in questione e si dispongono sulla superficie della mucosa intestinale in modo da proteggerlo da una eventuale reintroduzione
dell’alimento.
Alla successiva introduzione del cibo in questione si avrà un’aggressione verso questo che, se troppo intensa o protratta nel tempo, può essere in grado di determinare una vera e propria
patologia.
Non deve quindi stupire che a qualunque età si possa sviluppare una intolleranza alimentare; infatti . . .
E’ POSSIBILE DIVENTARE INTOLLERANTI A QUALUNQUE ETA’ OPPURE ESSERLO DA SEMPRE MA MANIFESTARE I SINTOMI SOLO IN ALCUNI PERIODI DELLA VITA
Le conseguenze dipenderanno dalla velocità con la quale verrà ristabilita la “chiusura” della barriera epiteliale dell'intestino e dalla immunogenicità del soggetto stesso (predisposizione e/o
tendenza a sviluppare reazioni immunologiche avverse agli antigeni alimentari).
Il contatto con un alimento per cui esista intolleranza è una specie di lento e graduale “avvelenamento” . . . l'intolleranza alimentare dipende quindi da uno stimolo ripetuto nel tempo, e gli
effetti sono di tipo immunologico, non IgE dipendenti.
Nella pratica, l'organismo riconosce immediatamente l’alimento e tenta di “tenerlo sotto controllo”; quando viene superata la soglia di tolleranza, compare il sintomo.
Dunque l’intolleranza si verifica per accumulo di stimoli immunologici provocati dalla continua assunzione di un alimento, non è quindi visibile un rapporto causa/effetto inequivocabile e
ravvicinato nel tempo.
A questo punto è abbastanza facile ipotizzare l’enorme influenza che una intolleranza alimentare può avere sullo stato di salute di un organismo, e quindi nell’essere causa dei sintomi o
patologie come . . .
colon irritabile, difficoltà digestiva, meteorismo intestinale, cefalea, dermatiti, eruzione cutanea, cistite o vaginite, rinite e rinorrea, alcune forma di asma, nonché le difficoltà a mantenere
stabile il peso.
Ma non solo,si può giungere ad un vero e proprio stato di malassorbimento con conseguente denutrizione,ingrossamento del fegato e coinvolgimento del pancreas.
Mi scuso se la trattazione è forse troppo tecnica...ho cercato di spiegare tra parentesi alcune parole.
Passo alle conclusioni che interessano anche i nostri amici pelosi.
Una intolleranza può instaurarsi ogni qual volta si è in presenza di un disordine intestinale...infezioni batteriche o virali,somministrazione di antibiotici senza dare contemporaneamente una
terapia vitaminica o dei fermenti per ripristinare la normale flora batterica intestinale.
In tutti questi casi la mucosa irritata perde la sua compattezza e tra le cellule si creano degli "spazi" che lasciano passare molecole più grandi di quelle che l'intestino dovrebbe assorbire.
L'intolleranza non riconosciuta tempestivamente continua e aggrava questo stato irritativo,altre intolleranze si possono aggiungere a quella iniziale dando inizio a una patologia di difficile
trattamento.
L'unica soluzione è mettere a riposo l'intestino con una dieta base che fornisca pochi e ben determinati alimenti sicuramente tollerati bene.
In genere il miglioramento è rapido ,ma non il ripristino della integrità della mucosa...ci vogliono mesi per ottenerlo.
Solo dopo minimo 6 mesi si può provare la parziale reintroduzione ,rigorosamente uno per volta,degli alimenti esclusi.
Non sempre questa reintroduzione va a buon fine,ma la cosa certa è che con una dieta che li esclude si riesce a mantenere uno stato di buona salute.
Passo a dirvi due parole sui metodi per diagnosticare le intolleranze alimentari e vi dico subito che,a differenza delle allergie per le quali esistono test specifici,per le intolleranze non ve
ne sono e chi dice il contrario vi inganna. Vanno molto di moda adesso i test sul sangue o quelli sul capello...non fatevi raggirare!
L'unico modo per determinare le intolleranze alimentari è la dieta ad esclusione!
Il principio della dieta ad esclusione si basa sull’eliminazione di un alimento o di una combinazione di alimenti sospetti per un periodo di circa 2 settimane prima di
effettuare una prova di verifica. Se in questo periodo i sintomi scompaiono, i cibi sospetti vengono reintrodotti nella dieta, uno per volta, in quantità ridotte e aumentate gradualmente fino a
raggiungere la dose normale. Una volta verificati tutti i cibi sospetti, è possibile evitare quelli che causano problemi.
Non sottovalutiamo le intolleranze alimentari,l'infiammazione costante della mucosa intestinale potrebbe alla lunga portare ad una degenarazione cellulare,anche di tipo tumorale...se non
intervengono prima altre patologie insorte a causa di squilibri elettrolitici e carenze nutrizionali indotte dal malassorbimento.
PERCHE' LE INTOLLERANZE SONO IN AUMENTO?
La causa è dovuta alla moderna alimentazione,a tutti gli ingredienti aggiunti agli alimenti durante la preparazione industriale...
una volta quando l'alimentazione era basata solo su alimenti freschi,le intolleranze non erano così diffuse.
Passo ora a parlare dei nostri amici a quattro zampe.
Anche per loro i casi di intolleranza alimentare non sono così rari...ma cosa gli diamo da mangiare?
Non voglio dire che i croccantini siano la causa,la causa rimane un'irritazione intestinale iniziale,come ho detto sopra.
Il difetto dell'alimentazione con i croccantini sta però nel non sapere con precisione cosa contengano. Vi siete mai chiesti quante sostanze servono per ridurre i principi nutritivi sotto quella
forma di alimento secco?
La maggior parte sono indicati in etichetta,ma molti vengono usati nella lavorazione e compaiono solo come residui nel prodotto finito,tracce che proprio perchè sono tracce,non vengono indicate
in etichetta.
Da un'intolleranza,come ho detto,se non diagnosticata subito,ne possono seguire altre,innescando uno stato dal quale è difficile uscire se non passando a un'alimentazione semplice e della quale
possiamo essere sicuri che i nutrienti introdotti non siano accompagnati da altre sostanze.
Parlo dell'alimentazione casalinga e non solo,sarebbe meglio che fosse costituita da alimenti provenienti da coltivazione biologica per escludere anche tracce di concimi chimici.
Questo non vuol dire che io sia contro l'alimentazione con cibo secco o umido industriale,ha le sue indubbie convenienze,sia in fatto di praticità che di completezza dei principi nutritivi e
particolare da non sottovalutare,riduce la formazione di tartaro sui denti.
L'alimentazione casalinga ha lo svantaggio di dover essere associata a degli integratori,ma indubbiamente è più facilmente controllabile.
Dalle intolleranze spesso si guarisce,con molta pazienza e una reintroduzione graduale degli alimenti esclusi,ma non sempre,soprattutto a causa del ritardo sia nella diagnosi che nella cura.